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INTERVISTE STORIE

Alessandra: “Ricorderemo per sempre questo periodo”

Alessandra Anzalone

Alessandra Anzalone è una giovane francofontese volontaria dell’Associazione Nazionale Carabinieri. Noi l’abbiamo contattata telefonicamente per farci raccontare non solo la sua vita, ma anche la sua esperienza di volontariato durante l’emergenza Coronavirus.

Allora Alessandra, parlaci un po’ di te…

“Sono una giovane ventenne nata a Lentini e cresciuta a Francofonte . La mia famiglia è composta da sei membri: mia mamma, mio papà e tre sorelle; io sono l’ultima delle quattro figlie. Ho frequentato l’istituto professionale alberghiero A.Moncada a Lentini (settore enogastronomia) e mi sono diplomata nel 2018. Subito dopo aver conseguito la maturità, ho iniziato a lavorare come cameriera in un Bistrot, rendendomi così una ragazza indipendente”.

Quali sono i tuoi interessi?

“Oltre a dedicare parte del mio tempo al lavoro, sono piena di passioni e di valori. Primo tra tutti la legalità; il rispetto verso le regole, quel senso di grande stima verso le Forze dell’Ordine che svolgono il proprio dovere, senza il bisogno di dover scendere a compromessi con l’illegalità. In seguito a ciò, ho deciso di far parte dell’ Osservatorio per la legalità, prendendo parte all’organizzazione (insieme ai miei meravigliosi collaboratori) di eventi importanti”.

Ale Anzalone

A tal proposito Alessandra, quale evento ti è rimasto impresso in modo particolare?

“Ricordo con grande emozione non solo l’evento con il giornalista Paolo Borrometi, ma anche la stessa marcia per la legalità e l’incontro con Davide Cerullo, ex esponente della Camorra cresciuto tra i palazzi di Scampia. Ispirato da Pasolini, per la sua seconda vita, Davide si è dato una missione: combattere il culto della violenza con la bellezza, a colpi di parole e immagini. Da un anno a questa parte ho anche intrapreso la strada del volontariato presso l’Associazione Nazionale Carabinieri di Francofonte”.

Cosa significa essere volontaria?

“Questa mia scelta è stata dettata principalmente dall’amore e la stima che nutro per l’Arma dei Carabinieri, ma anche dalla voglia di mettermi a disposizione per il prossimo. Per me essere volontaria dell’A.N.C. significa dedicare il mio tempo e le mie energie al servizio degli altri, senza alcuna costrizione e senza desiderare nulla in cambio. L’impatto con gli associati è stato ben positivo, in quanto mi hanno accolta con entusiasmo essendo la più giovane del gruppo”.

Stiamo vivendo una fase delicata caratterizzata dal coronavirus. Alessandra, in quanto volontaria, quali difficoltà hai riscontrato?

“I giorni dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 stanno mettendo alla prova il mondo intero, causando paura e tensione . A seguito di ciò, la difficoltà da me riscontrata è stata quella di cercare di far comprendere al cittadino il fatto di non prendere sottogamba la situazione che stiamo vivendo, ma affrontarla con la massima prudenza possibile, rispettando quelli che sono i decreti emanati dal Governo”.

Dunque Alessandra, cosa significa per te fare del volontariato ai tempi del Coronavirus?

“La vita in tempi di Coronavirus può essere molto più difficile, quando la permanenza forzata in casa aggrava situazioni di fragilità già esistenti. In questi casi, la sola percezione che “là fuori” c’è qualcuno che può aiutare, allevia certamente la sofferenza e la sensazione di paura e solitudine. In queste settimane si è parlato parecchio di noi volontari che interveniamo sul fronte sanitario o nell’aiuto alle persone anziane e disabili, portando a domicilio, spesa, farmaci e un po’ di calore umano. Ma è proprio in frangenti inediti come l’attuale che il volontariato riesce a dare il meglio della sua creatività, inventando risposte solidali anche per “nicchie” bisognose che le istituzioni non riescono a vedere. Quindi per me fare del volontariato durante quest’emergenza è un qualcosa di gratificante”.

Secondo te, la pandemia in che modo ci ha influenzati?

“Credo che questa pandemia ci abbia segnati profondamente. Ricorderemo per sempre questo periodo, con molta ansia, angoscia e paura. Sono cambiate tante cose, soprattutto i rapporti tra esseri umani, in quanto per poter dialogare, abbracciarsi , discutere e “amarsi” bisogna farlo obbligatoriamente ed esclusivamente attraverso la tecnologia e quindi dei social networks. Spero sicuramente in una veloce, seppur graduale, ripresa soprattutto per il lavoro e per i rapporti umani”.  

Quanto è cambiata la tua vita a causa del Coronavirus?

Devo dire che il Covid-19 ha cambiato drasticamente le nostre abitudini costringendoci a prestare più attenzione all’igiene e al modo di relazionarci con gli altri. La quarantena forzata però, è stata un’occasione per stare di più con noi stessi e riflettere su tantissime cose. Quello che credo manchi a tutti noi, è la normalità alla quale eravamo abituati, ad esempio: una semplice serata tra amici, una passeggiata al chiaro di luna, una cena romantica al ristorante, uscire di casa senza dover indossare la mascherina ed i guanti . Ecco com’è cambiata la vita durante questa pandemia. La mancanza della normalità è veramente forte, tanto forte”.

Infine Alessandra, quali sono i tuoi progetti per il futuro?

“Tante volte mi hanno chiesto, e mi sono chiesta, cosa volessi fare da grande. Ho avuto da sempre le idee chiare: mi piacerebbe conoscere la legge per difendere i più deboli; un’idea un po’ infantile, quasi romantica. Subito dopo la maturità, nel 2018, feci il mio primo concorso per Allievo Carabiniere; raggiunsi un punteggio sufficiente, ma non abbastanza per proseguire nelle fasi successive. Nonostante ciò, non mi sono mai arresa. Le ragioni che mi hanno portata a fare questa scelta di vita sono molteplici. Scegliere di vestire una divisa, vuol dire mettere al primo posto il proprio lavoro, rischiando la vita. Il tutto per uno stipendio da fame, per una vita stressante. Tuttavia, credo che nella vita ciò che conta sia la passione per quello che si fa. E questa passione me la sento scorrere nelle vene”.

Alessandra Anzalone

“Eppure oggi, invece che ammirare chi si spende per tutelare gli altri, pare sia di moda cercare lo scontro, preferire la violenza al rispetto delle regole. Certo non sarei sincera se dicessi che tutti i Carabinieri (in questo caso) hanno sempre fatto seriamente e con convinzione il proprio lavoro. Ma non posso dimenticare l’impegno per la cattura di tanti latitanti, e il sacrificio di tanti giusti, per cercare di rendere un servizio al paese, alla collettività. Non mi importa se saranno tante le sconfitte che dovrò subire, le umiliazioni e il senso di impotenza che dovrò provare se però potrò dare il mio contributo, anche se limitato, per cacciare “il puzzo del compromesso morale, e respirare un fresco profumo di libertà”, come diceva il meraviglioso Paolo Borsellino, allora il mio lavoro servirà a qualcosa”.

Alessandra: “Ricorderemo per sempre questo periodo” ultima modifica: 2020-05-12T08:44:44+02:00 da Cristina Scevola

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