Nel corso della nostra vita può capitarci, per svariate ragioni, di doverci dimettere. Dare le dimissioni dal posto di lavoro, da una carica o da una associazione è una questione abbastanza delicata. Vediamo cosa ci dicono a tal proposito il Galateo e la legge.
Dare le dimissioni: a chi rivolgersi e come comportarsi
Occorre per prima cosa rivolgersi alla persona giusta: nel lavoro al diretto superiore o al direttore dell’ufficio personale e in un club al presidente. Prima di presentare le proprie dimissioni ufficiali, è opportuno non parlarne con nessuno. Sarebbe infatti una grave mancanza se la persona interessata ne venisse a conoscenza per vie traverse. Quando ci si vuole dimettere, bisogna essere consapevoli del passo che si sta per compiere. Dimettersi significa tagliare i ponti con una determinata azienda o associazione. Non si può sempre rendere note le reali ragioni per cui si desidera licenziarsi. Talvolta è meglio tacere anziché polemizzare inutilmente con persone con le quali non si avrà più a che fare. Anche quando le dimissioni vengono date a voce, bisogna poi scrivere una lettera per renderle formali.
Le dimissioni volontarie e irrevocabili
Come detto, quando ci si dimette è opportuno presentare una comunicazione ufficiale: la lettera di dimissioni. In particolare, vediamo come bisogna redigere correttamente una lettera indirizzata al proprio capo. Infatti, è necessario comunicare al datore di lavoro la propria intenzione d’interrompere il rapporto professionale. Ciò fa sì che le dimissioni volontarie possano avere un valore legale riconosciuto e ufficiale. Ogni lavoratore dipendente assunto a tempo indeterminato ha il diritto di presentare le proprie dimissioni volontarie nel caso in cui non sia più interessato a proseguire nel rapporto di lavoro. Si tratta di un passaggio importantissimo. Si possono così definire i termini di risoluzione definitiva del rapporto lavorativo in essere tra dipendente e datore di lavoro.
Dare le dimissioni. La lettera: i vari passaggi
Il lavoratore, dopo aver compilato e firmato la lettera di dimissioni, dovrebbe provvedere a inviarla attraverso raccomandata con ricevuta di ritorno al datore di lavoro. In realtà, è sufficiente consegnarne a mano una versione in duplice copia. Una copia resterà all’azienda mentre l’altra verrà restituita, controfirmata, al lavoratore.
Quanto ai tempi, in genere le dimissioni hanno decorrenza a partire dal 1° o dal 16° giorno di ogni mese. Quindi, è importante tenerne conto per decidere quando presentarle, affinché queste avvengano nel rispetto dei tempi di preavviso previsti per legge.
Lettera di dimissioni: un diritto e un dovere dei lavoratori
Alla luce di quanto visto, la lettera di dimissioni rappresenta, allo stesso tempo, un diritto e un dovere di ogni lavoratore dipendente. Ciò comporta che da parte sua il pagamento di una penale non si comunica la volontà d’interrompere il rapporto di lavoro presentandola entro i tempi previsti dalla legge. L’importo della penale ha una sua precisa determinazione. Sarà pari al denaro che il lavoratore avrebbe percepito se avesse continuato a lavorare per un periodo coincidente a quello del mancato preavviso. Tutto questo naturalmente salvo eventuali diversi accordi previsti all’interno del proprio contratto di lavoro stabilito con il titolare.