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Etna, il vulcano siciliano tra storia e leggende

Etna

L’Etna ( ‘Mongibello’) è un vulcano della Sicilia nato nel Quaternario (il periodo geologico più recente, quello in cui viviamo) ed è il più alto vulcano attivo della placca euroasiatica. Il vulcano è una struttura geologica alquanto multiforme, generata all’interno della crosta terrestre a causa della risalita di massa rocciosa fusa (magma). L’emissione di materiale è detta eruzione e i materiali eruttati sono lava, cenere, lapilli, gas, scorie varie e vapore acqueo. Il complesso dei fenomeni esplosivi che marcano l’entrata in attività di un vulcano è detto parossismo. Le assidue eruzioni dell’Etna nel corso del tempo hanno mutato il paesaggio limitrofo e hanno costituito una minaccia per gli abitanti alle sue pendici. Il 21 giugno 2013, l’UNESCO ha dichiarato l’Etna Patrimonio dell’umanità.

In questo articolo andremo alla scoperta del vulcano Etna, spaziando dalla sua geografia alla sua storia, dalle colate che hanno modificato l’assetto del territorio alla mitologia e alle curiosità. Lo spettacolo dell’Etna è stato visibile anche da Francofonte. Sono stati in tanti a documentare l’accaduto attraverso le foto sui social. Inoltre, anche nel nostro paese è arrivata la cenere lavica, causando qualche disagio.

Geografia fisica del vulcano

Il vulcano Etna sorge sulla costa orientale della Sicilia, entro il territorio della città metropolitana di Catania, ed è attraversato dal quindicesimo meridiano est. L’altezza del vulcano cambia nel tempo a causa delle sue eruzioni, che ne causano l’innalzamento o l’abbassamento. Le più recenti misure hanno rivelato che l’altezza attuale dell’Etna è di 3.326 m. La sua superficie è contraddistinta da una ricca varietà di ambienti che alterna paesaggi urbani a fitti boschi.

Colata lavica dell'Etna all'imbrunire..
Colata lavica dell’Etna all’imbrunire. Foto di Daniele Picciolo.

L’ambiente del vulcano presenta diversi aspetti: si presenta desolato e brullo sul lato occidentale dove predominano le ‘sciare’, specie nel versante nord. Il circondario, però, ha caratteristiche che ne rendono le terre ottime per produzioni agricole, grazie alla particolare fertilità dei detriti vulcanici. In inverno è presente la neve che resiste fin quasi all’estate. Le aree turistiche sono facilmente raggiungibili. Tra questi si trova lo storico Rifugio Sapienza dal quale sono visibili il golfo di Catania e la valle del Simeto. Dalle piste di Piano Provenzana, invece, è possibile vedere Taormina e addirittura le coste della Calabria. La peculiarità della montagna ha fatto sorgere, nel corso del tempo, l’idea che essa fosse dimora di dèi. Sono dunque sorti edifici religiosi e luoghi di culto, dedicati alla Madonna e a vari santi.

Storia dell’Etna

Le prime notizie storiche relative all’attività del vulcano siciliano Etna sono rintracciabili negli scritti di Diodoro Siculo (storico greco che nacque in Sicilia) secondo cui già 3.000 anni fa gli abitanti del tempo, i Sicani, si spostarono verso le parti occidentali dell’isola in seguito a una fase di violenta attività esplosiva del vulcano. Ma andando molto più indietro nel tempo, l’Etna nasce circa 500.000 anni fa da eruzioni sottomarine. Le eruzioni dell’Etna nell’Antichità sono assai numerose, almeno 135.

Nel Medioevo il vulcano erutta nel 1329 e nel 1381, seminando il terrore nella gente che vive nella zona. Ma è nel 1669 che ha luogo l’eruzione più spaventosa: il fiume di lava arriva fino al mare, demolendo in parte Catania al suo passaggio. In epoche più vicine, eruzioni considerevoli sono: quella del 1910, che ha causato la formazione di ventitré nuovi crateri; quella del 1917 quando una fontana di lava zampilla fino ad 800 m al di sopra della sua base; quella del 1923, durante la quale la lava eruttata si mantiene calda per oltre diciotto mesi. Nel 1928 una colata distrugge Mascali. Successivamente si sono verificate altre esplosioni nel 1954, 1964, 1971, 1974, 1978, 1979, 1981, 1983, 1985, fino all’esplosione del 1991 che termina dopo ben tre anni.

Le eruzioni più recenti

Nel 2007 è nato il nuovo cratere di sud-est che, a causa dell’attività e delle fontane di lava, ha assunto, negli anni tra il 2011 e il 2013, delle dimensioni particolarmente imponenti.

Il 2018 è stato contraddistinto da una discontinuità dei comportamenti dell’Etna, caratterizzati da emissioni di cenere e degassamento. A dicembre di quell’anno la bocca nuova di sud-est ha prodotto varie fuoruscite di lava. La mattina della Vigilia di Natale ha avuto inizio una nuova eruzione laterale con un conseguente sciame sismico considerevole. Il 26 dicembre, alle 3:19 del mattino, è avvenuta un’ulteriore forte scossa di terremoto con una magnitudo pari a 4.8 sulla scala Richter, provocando la distruzione e il danneggiamento di centinaia di abitazioni e migliaia di sfollati e senzatetto.

Il 18 febbraio 2021 il cratere di sud-est ha prodotto un nuovo parossismo, molto simile al precedente, in cui le fontane di lava hanno raggiunto altezze di 600-700 m sopra la cima. Una colonna eruttiva si è sollevata fino a 10,000 m sopra il livello del mare, per poi essere spinta dal vento verso sud-est. Secondo gli esperti la cenere ricade nei territori vicini, mentre l’anidride solforosa può diffondersi nell’aria fino a raggiungere altri continenti. Secondo quanto mostrerebbero le foto del satellite ‘Sentinel 5’, infatti, l’anidride solforosa avrebbe addirittura raggiunto la Cina.

L’Etna è un vulcano attivo

L’Etna può entrare in attività in qualsiasi momento, in quanto vulcano attivo; e sono i periodi di attività a richiamare i visitatori che arrivano anche dall’estero per ammirare le sue spettacolari eruzioni. Negli ultimi anni la superficie dell’Etna è in continua trasformazione. Oggi sono presenti cinque crateri: Cratere di sud-est, Nuovo Cratere di sud-est, Bocca Nuova, Voragine, Cratere di nord-est. Il Cratere più giovane è il Nuovo Cratere di sud-est (2007) che negli ultimi 13 anni di attività ha avuto parecchie eruzioni e parossismi.

Nuvola di fumo del vulcano Etna vista dall'alto.
Nuvola di fumo del vulcano Etna vista dall’alto

Etna: un vulcano tra mito e cultura

Le eruzioni drammatiche e regolari del vulcano Etna in Sicilia l’hanno tradotto in un argomento di grande interesse per la mitologia greca e romana e per le credenze popolari, le quali hanno da sempre cercato di attribuire il comportamento del vulcano al comportamento di dèi o figure mitologiche.

Ad esempio, del dio Eolo si diceva che avesse imprigionato i venti sotto le caverne dell’Etna. O che il gigante Tifone fu rinchiuso in Sicilia, dentro il vulcano Etna, e ciò fu motivo di eruzioni. Si narra inoltre di un altro gigante, Encelado, il quale si ribellò agli dèi, il cui corpo giace sotto la Sicilia, con la sua bocca sotto l’Etna che, per questo motivo, sputa fuoco. Di Efesto o Vulcano, dio del fuoco e fabbro degli dèi, si racconta che abbia avuto la sua fucina sotto l’Etna. Si supponeva, inoltre, che il mondo dei morti greco, il Tartaro, fosse situato sotto l’Etna. Infine, si racconta che Empedocle, importante filosofo e politico greco del V secolo a.C., si gettò nel cratere del vulcano per scoprire il segreto della sua attività eruttiva. Secondo una leggenda, poi, Re Artù risiederebbe in un castello sull’Etna.

La leggenda inglese vuole che l’anima della regina Elisabetta I d’Inghilterra risieda nell’Etna, pare a causa di un patto che avrebbe fatto col diavolo in cambio del suo aiuto per poter governare il suo regno.

L’Etna nella letteratura

L’Etna ha ispirato nell’antichità diverse opere letterarie, tra cui ‘Le Etnee’, una tragedia di Eschilo; il dramma ‘Il ciclope’ di Euripide, ispirato alla figura di Polifemo, e il poemetto pseudovirgiliano ‘Aetna’. Da citare, poi, nel Rinascimento il ‘De Aetna’, un saggio in latino di Pietro Bembo. Il vulcano è stato anche citato in ‘La vida es un sueño’ di Pedro Calderón de La Barca, come metafora della forza umana.

Curiosità

L’etimologia del nome Etna è da sempre discussa. Pare derivi da ‘Aitna’, nome attribuito alla città di Katane e che deriverebbe dal verbo greco ‘aíthō’, che significa ‘bruciare’. Tuttavia, non è esclusa una possibile origine indigena del termine, attribuita al sicano ‘aith-na’, ovvero ‘ardente’, derivante dalla radice protoindoeuropea ‘ai-dh’ che significa ‘bruciare’ o ‘fuoco’. Gli arabi si riferivano a esso come ‘Jabal an-Nār’ (cioè ‘montagna di fuoco’). Questo nome fu, in seguito, cambiato in Mons Gibel, letteralmente ‘monte Gibel’ (dal latino ‘mons’ e dall’arabo ‘jabal’ che significano entrambi ‘monte’). Da qui deriva il siciliano ‘Muncibeḍḍu’, reso poi in italiano come Mongibello o Montebello. Secondo un’altra ipotesi, il nome Muncibeḍḍu deriverebbe dal latino ‘Mulciber’, ovvero uno degli appellativi del dio Vulcano. Le popolazioni locali si riferiscono all’Etna anche attraverso il siciliano ‘a muntagna’.

Etna, il vulcano siciliano tra storia e leggende ultima modifica: 2021-03-23T11:26:50+01:00 da Rossana Rosa Di Grazia

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