La Grande Guerra 1915-1918: venerdì l'evento

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CULTURA

La Grande Guerra 1915-1918: serata evento presso la Società Operaia “L’Unione”

un momento della serata

Grande appuntamento culturale nella serata di venerdì grazie all’evento organizzato dalla società operaia “L’Unione” e dall’Avis francofontese, dal titolo ‘La Grande Guerra 1915-1918’ e che ha visto un’ampia partecipazione di pubblico. A condurre sono stati Gabriele Ferlanti e Valeria Siliato. Noi c’eravamo.

La grande guerra 1915 – 1918

Ad aprire la serata è stato il presidente del sodalizio, Paolo Gallo. Nel suo discorso ha ricordato il contributo pagato dall’Italia nel corso della guerra. “Tutti noi sappiamo, per averlo sentito o letto nei libri di scuola, che il contributo dell’Italia alla vittoria del 1918 è stato notevolissimo e complesso; non si è limitato alla guerra, ma ha compreso anche il valido e diretto concorso di nostri contingenti alle operazioni degli alleati”.

Il coro diretto dalla maestra Angela Giardinelli -

Il coro diretto dalla maestra Angela Giardinelli – Foto di Laura Gallo

“La Grande Guerra – ha proseguito – ha impegnato anche volontari, laici e cattolici, uomini e donne. Allora come adesso il volontario fa la differenza anche fra la vita e la morte e le cronache oggigiorno lo confermano”.

Spazio anche a un breve intervento del sindaco Lentini, che ha ribadito l’importanza della manifestazione.

Assetti politici delle nazioni coinvolte

Dopo l’esibizione del coro Laudato Sii diretto dalla maestra Angela Giardinelli, che ha cantato “Quel Mazzolin di Fiori”, la parola è passata al professor Giuseppe Rallo, che ha tracciato, a grandi linee, gli assetti politici delle Nazioni coinvolte nel conflitto. “La causa ufficiale dello scoppio della grande guerra è la morte di Francesco Ferdinando, ucciso da un nazionalista serbo, Gavrilio Princip”.

“Bosnia e Serbia si ritrovano a dover combattere nel conflitto contro l’Austria. Assieme a quest’ultima si schierano la Germania e la Turchia. L’Italia entra in guerra a fianco di Francia e Inghilterra; interviene nel conflitto il 24 maggio, esattamente un anno dopo”.

“Gli italiani ebbero 660 mila morti. Ben presto si trasforma in guerra di trincea. Gli Usa obbligarono i cittadini americani ad entrare in guerra. Furono importanti perché sono riusciti a convincere il Giappone del fatto che il nemico era la Germania”.

La poetessa Vincenza Santagelo

La poetessa Vincenza Santagelo – Foto di Laura Gallo

Dopo l’intervento del prof. Rallo, la poetessa Vincenza Santangelo, autrice dall’animo sensibile, ha toccato i cuori dei presenti recitando la sua commuovente poesia dal titolo ‘Improvvisi Spari’, accompagnata con la chitarra del prof. Motta.

Francofonte prima, durante e dopo la guerra

E poi, nuovamente spazio alla storia. A intervenire, raccontando di Francofonte prima, durante e dopo la guerra è stato il prof. Giuseppe Iudicelli che ha fornito un quadro interessante della vita di quegli anni. “Francofonte nel 1911 aveva 12.409 abitanti; nel 1921 ne aveva ben 16.515, un numero mai più raggiunto negli anni successivi”.

“Nel 1915 il sindaco di Francofonte era il dott. Cocuzza e lo è stato ancora nel 1920. Nel 1917 l’amministrazione riesce ad acquistare Palazzo Gravina Cruyllas. Il parroco era Don Filippo Rapaglià da Francofonte; a lui si deve la realizzazione della casa canonica“.

Il professor Giuseppe Iudicelli

Il professor Giuseppe Iudicelli – Foto di Laura Gallo

“L’ufficio postale si trovava in corso Vittorio Emanuele, successivamente si trasferisce nell’ex palazzo municipale, accanto alla chiesa del Carmine. La prima strada a essere lastricata è stata la via Vittorio Emanuele”.

“Non c’era l’acqua potabile, che sarebbe arrivata negli anni ’40. Ci si recava alle fontanelle. C’erano tre grandi fontane in muratura: quella dei Canali, la fontana di Giardinello e una fontana posta in via Regina Margherita, detta ‘i cincu funtanelli'”.

“La corrente elettrica viene lanciata soltanto il 1°gennaio 1925, dopo la realizzazione di tutto l’impianto elettrico nel 1924. Lungo le vie delle piazze principali c’erano dei lampioni che funzionavano ad olio e venivano accesi solo al tramonto”. 

“Quando c’era la luna piena, i lampioni non venivano accesi e questa tradizione è continuata anche con la luce elettrica. Francofonte già cento anni fa era nota come il paese delle arance”.

Dopo un breve excursus su Francofonte, ha raccontato poi le storie di alcuni dei caduti francofontesi durante la guerra. Poi spazio al coro diretto dalla maestra Giardinelli, che ha proposto ‘La leggenda del Piave’.

Una testimonianza di vita durante la guerra

A intervenire, a conclusione dell’esibizione, è stato il presidente Gallo, che ha raccontato una testimonianza toccante di vita vissuta, quella di Paolo Gallo, militare postale e nonno dello stesso presidente.

“Il militare postale Paolo Gallo nasce a Francofonte nel 1886 ed ha avuto tre figli dalla moglie Sebastiana Raudino: Gaetano, Giovanni e Annibale. Durante la guerra è stato impiegato come “Postino di Guerra” dal Regio Esercito. Durante il conflitto ha coordinato e realizzato lo scambio di corrispondenza tra le truppe mobilitate in zona di guerra e i congiunti residenti all’interno del Regno. Era scortato, negli spostamenti, da un drappello di Carabinieri Reali”.

“Viene fatto prigioniero dagli austriaci sull’altopiano di Asiago ed internato in un campo di concentramento dell’Austria. Qui partecipa anche alla costruzione del cimitero dei prigionieri italiani. Nel 1919, ritorna, aiutato dall’amico Guido Picelli, in bicicletta a Francofonte. Era già trascorso un anno dall’armistizio”.

Al termine del racconto di Gallo, la poetessa Vincenza Santangelo ha recitato la sua poesia dal titolo ‘Alla Vergine Maria‘, accompagnata dalle note del prof. Motta. Salvo Scollo, presidente del “Nuovo Corpo Bandistico 2001 Città di Francofonte” ha invece suonato il silenzio militare.

La chiusura

A chiudere la serata è stato il dott. Salvatore Ippolito, presidente dell’AVIS francofontese e co- organizzatore della manifestazione. Ippolito ha parlato di pace, prendendo in esame il contenuto della lettera aperta di papa Benedetto XV ha inviato ai capi dei popoli belligeranti.

Il dottor Salvo Ippolito, presidente dell'Avis, che ha concluso la serata

Il dottor Salvo Ippolito, presidente dell’Avis, che ha concluso la serata – Foto di Laura Gallo

“Il pontefice nella lettera si prefige tre obiettivi. Questa lettera sembra più un testamento spirituale del pontefice, ma è anche una direttiva a tutta la chiesa, ‘come il cristiano cattolico deve porsi di fronte alla guerra’”.

“Uno degli obiettivi è lo sforzo continuo del bene comune. Durante la grande guerra risultò sempre più difficile sostenere i propri fanti caduti prigionieri a causa della belligeranza tra i due stati. Quindi, in molti casi, del sostentamento se ne occupavano i movimenti cattolici”.

“Il secondo obiettivo è l’imparzialità degli Stati. Il papa invia la richiesta di pace a tutti gli Stati belligeranti. Per quanto riguarda il terzo obiettivo, il pontefice fa una richiesta assidua di pace. La guerra la vivono soprattutto bambini, donne e anziani e già questo deve essere un motivo per cessare il fuoco”.

“Nella lettera fornisce dei consigli usando il binomio causa-effetto. Propone di istituire un arbitrato, di eliminare ogni ostacolo tra i popoli in modo da eliminare ogni causa di conflitto, di condonare a vicenda il debito di guerra e infine di restituire i territori occupati”.

La serata si è conclusa tra gli applausi del pubblico intervenuto.

La Grande Guerra 1915-1918: serata evento presso la Società Operaia “L’Unione” ultima modifica: 2018-12-09T10:11:56+01:00 da Cristina Scevola

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