Un piacevole angolo di paradiso per gli amanti della lettura. Si può descrivere così il “Tea & books club”, club del libro ideato da Jennifer Messina. La scrittrice, autrice della raccolta di poesie dal titolo “Epistofrenia”, ha dato vita, attraverso il lancio del club, a una serie di incontri, ospitati nei locali della biblioteca. Nel corso di ogni appuntamento i partecipanti hanno l’opportunità di discutere di un libro scelto appositamente ogni mese. Il prossimo libro sarà “Il racconto dell’ancella” della scrittrice Margaret Atwood. Noi l’abbiamo intervistata per farci raccontare tutto sul Tea & books club.
Raccontaci come è nata l’idea di creare il club…
“Allora, l’idea nasce dalla necessità di creare una dimensione culturale, all’interno della quale tutti gli amanti della lettura possono trovare nuovi stimoli e di conseguenza possono ampliare il proprio punto di vista, discutendone con altre persone. Fondamentalmente, ci basiamo sul principio secondo cui la cultura e l’amore per essa parte dalla condivisione. In più, questo mi è sembrato anche un pretesto per ridare vita e significato alla nostra biblioteca”.
Quando e dove si svolgono gli incontri del club?
“Gli incontri si svolgono nella nostra biblioteca, per l’ora del tè, un mercoledì al mese. Siamo donne e uomini, più donne, dai 25 anni fino comprendere la fascia dei pensionati”.
Quali metodi vengono seguiti per scegliere il libro del mese?
“I libri sono sempre romanzi di qualsiasi tipo e tematica e per scegliere il libro del mese seguiamo delle piccole regole, come per esempio, proporre due titoli per ognuno dei partecipanti, con trama annessa, e poi metterli ai voti. Per questo mese abbiamo scelto una distopia che ci porta a riflettere sulla condizione della donna nei secoli”.
Cosa ne pensi dell’esperienza del Tea & books club?
“È un’esperienza molto piacevole e costruttiva perché ci consente di parlare di qualsiasi cosa, di analizzarla e vederla prima con i nostri e poi con quelli degli altri”.
Perchè la gente dovrebbe partecipare agli incontri?
“Mi piacerebbe che più persone partecipassero e che il gruppo si infoltisse. Ognuno di noi era un lettore soltanto per sé, ma insieme abbiamo scoperto che un libro può essere un collante tra le menti, anche le più diverse. Alcuni di noi hanno imparato ad affinare il proprio senso critico, altri a lasciarsi travolgere un po’ di più dalla forza emotiva che un libro può sprigionare. Ed è una cosa che abbiamo imparato gli uni dagli altri. Penso che sia un’esperienza che ogni appassionato di lettura dovrebbe provare. I club di lettura sono una realtà vividissima in altre società, mi piacerebbe che diventasse tale anche qui”.
Qual è il tuo libro del cuore?
“Il mio libro del cuore è Jane Eyre, un libro che ho amato da adolescente e che è stato un compagno costante nei miei anni lontana da casa. In Jane Eyre non c’è soltanto il fascino dell’epoca vittoriana. È un romanzo che parla di crescita, amore, disperazione, mistero, coraggio e del desiderio di libertà di una donna che vorrebbe vedere il mondo e scavalcare i muri opprimenti di una società ancora profondamente maschilista”.
Quanto conta oggi leggere? E cosa diresti ai genitori per avvicinare i loro figli alla lettura?
“Leggere è fondamentale, ma conta sempre meno. Negli ultimi anni vedo, attraverso i social, un nuovo slancio verso la lettura e spero contagi soprattutto i più piccoli. L’unico consiglio che mi sentirei di dare ad un genitore è quello di mettere in mano ai figli un libro prima di qualsiasi altra cosa, perché so che un libro può essere un rifugio accogliente o un viaggio mozzafiato, in ogni caso non si è mai soli. È un mezzo potentissimo di distrazione che non instupidisce, che non crea dipendenza, semmai indipendenza”.
