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ARTE INTERVISTE

La Pasqua nell’arte, un patrimonio da scoprire

Pasqua Ultima Cena

La Pasqua nell’arte è senza ombra di dubbio un patrimonio da conoscere e da apprezzare. Tante sono le opere che rappresentano la Passione di Cristo. Oggi il seminarista francofontese Jack Ferrera ci parla di alcune di esse.

La Pasqua nell’arte. Giovedi Santo: Cena escatologica

Il seminarista ci spiega le icone russe. “Fin da subito è possibile notare che la tavola eucaristica è circolare: simbolo di comunione; ha una tovaglia bianca ricamata con croci. Ciò sottolinea che il banchetto eucaristico è memoriale del dono di Cristo Gesù, avvenuto nell’Ora della Croce. Cristo-Sacerdote è all’estremità sinistra di chi guarda:  secondo l’uso orientale, è il posto di onore riservato a chi presiede la tavola. Cristo è l’unica figura raffigurata per intero. Inoltre, è rivestito con le classiche vesti con cui lo rappresentano le icone: la tunica di porpora, simbolo della divinità; il mantello blu, simbolo della umanità”.

Jack Ferrera

Il seminarista Jack Ferrera

“Sulla manica destra vi sono due fasce d’oro, anch’esse simbolo del servizio; perché per Cristo e per il cristiano, regnare non è comandare, bensì servire”: sottolinea. “La mano destra di Cristo è benedicente al modo della tradizione ortodossa, evocando con la posizione delle dita la Trinità e la duplice natura umano-divina del Figlio. Vicino a Cristo vi è l’apostolo Giovanni inclinato sul grembo di Gesù, simbolo della profonda comunione con le mani in atteggiamento di preghiera per conoscere chi lo tradirà. Accanto a Giovanni, l’apostolo Pietro, eretto nel busto, guarda Gesù ed è guardato da Gesù. Accanto a Pietro c’è Andrea. E poi c’è Giuda, il quale compie un’azione differente: prende il boccone intinto nel calice e consuma il tradimento. Gli edifici sullo sfondo, infine, indicano che la scena si svolge all’interno”.

Venerdi Santo: la crocifissione di Mathis Grünewald

“Questa crocifissione è un particolare dell’altare di Isenheim (1512-1516), che è conservato tutt’oggi in Francia. La prima cosa che colpisce è il corpo martoriato e straziato del Cristo”: ci racconta il seminarista. “L’artista presenta la realtà della sofferenza; il Cristo è sofferente, abbandonato alla sua sorte e senza quella bellezza che riscontriamo nei “crocifissi” alla quale siamo abituati. Il Suo corpo scheletrico, è segnato dalle ferite della flagellazione. Il capo è coronato da una corona di spine simile a ferro che opprime il volto di un Gesù dalle labbra storpiate perché da poco ha gridato perché il Padre lo ha abbandonato”.

Pasqua nell'arte Crocifissione Mathis Gothart Grünewald

la crocifissione di Mathis Grünewald

“La carne è crivellata da migliaia di schegge. La Madre di Gesù presenta un volto irrigidito e assente, sorretta dal discepolo amato (che nella tradizione è identificato con Giovanni). Oltre alla Maddalena posta generalmente ai piedi del Cristo, è insolita la figura qui presente di S. Giovanni Battista, che con l’indice indica l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Un probabile riferimento, possiamo trovarlo nel Vangelo di Giovanni dove l’ora della morte di Cristo coincide nel momento in cui nel tempio di Gerusalemme venivano sgozzati gli agnelli per il sacrificio”.

Sabato Santo: La discesa negli inferi

“La Sacra Scrittura con inferi intende lo Shèol, cioè le profondità dell’oltre tomba dove Cristo morto è disceso per liberare le anime dei giusti che lo avevano preceduto, e che erano prigioniere della morte, impedendo loro di godere del volto di Dio a causa del peccato originale”: spiega. ” L’interesse prevalente degli autori del NT riguarda gli effetti della risurrezione del Signore sulla vita dei credenti. Tra le pagine del NT riguardanti la Risurrezione del Signore, l’iconografo ha scelto di “trascrivere” quella di 1Pt 3,18-19, meditata e pregata con Ef 4,7-10, Eb 2,16-18 e con le pagine evangeliche dove Gesù “prende per mano” e “rialza” gli infermi (cfr. Mc 1,31)”.

Pasqua nell'arte Icona Discesa Inferi

Icona discesa agli Inferi

“Al centro abbiamo Cristo con le vesti bianco-oro in movimento discendente verso gli inferi; simbolo della morte non solo fisica ma anche esistenziale. Ai piedi del Risorto si trova la caverna nera degli inferi; le porte, scardinate, e messe l’una sull’altra a forma di croce; le sbarre; i chiodi; i chiavistelli e i catenacci smontati e dispersi un po’ dappertutto. Vincitore sulla morte, il Risorto prende per mano Adamo, cioè l’Umanità, e lo rialza, gli ridona il senso autentico della vita, così farà per Eva, la madre dei viventi”.

Pasqua nell'arte Guercino

Apparizione di Cristo alla Madre, Cento, Pinacoteca Civica, 1628-1630 (Guercino) – Fonte foto wikipedia

“Con Adamo, attendono la risurrezione tutti i giusti: il re Davide, il re Salomone, Giovanni Battista; mentre con Eva attendono Mosè, Isaia e altri profeti. Nella mano sinistra il Signore risorto porta con sé un rotolo: per alcuni indica il documento del nostro peccato;  per altri ancora il documento del “prezzo” del nostro riscatto, ovvero il perdono gratuito e incondizionato. Alle spalle del Risorto ritroviamo il diagramma a cerchio,  formato da cerchi concentrici, che rappresentano le sfere dei cieli. L’ultimo cerchio, il più oscuro, indica la presenza di Dio dalla quale escono i raggi dorati della luce divina”.

Domenica di Pasqua: La vita risorge

“L’opera che ci accompagna in questa riflessione è la Resurrezione di Piero della Francesca, custodita a Borgo San Sepolcro realizzata nella seconda metà del ‘400. Imponente e centrale è il Cristo nell’atto di risorgere che guarda dritto negli occhi l’osservatore, comunicandogli in questo silenzioso scambio di sguardi l’invito ad accettare l’adesione alla Vera Vita”: ci illustra. “Un’adesione che viene rappresentata dalla natura dietro Cristo divisa in due schieramenti: alla sinistra dello spettatore la natura morta; a destra, la natura rigogliosa”.

Resurrezione Dipinto

Resurrezione (Piero della Francesca) – Fonte foto wikipedia

“Ecco la Pasqua di Cristo Signore, passare dalla morte alla vita, dalla tristezza alla gioia, dal buio alla luce”: prosegue ancora. “Le quattro guardie presenti, dormono per la stanchezza del pattugliamento, ignare del prodigioso evento che sta avvenendo. Il sonno delle guardie si può intendere anche come una metafora di coloro che dormono nell’ombra della morte e che attendono il risveglio. Particolare che contraddistingue quest’opera è l’assenza di testimoni; non abbiamo né angeli, né le donne che vanno al sepolcro. Abbiamo solo la presenza del Risorto che si impone come Signore della vita e vittorioso sulla morte, mostrando le piaghe della crocifissione ancora sanguinanti e reggendo il vessillo della vittoria”.

A ‘Ncrinata: Gesù che consola la Madre della Sua Chiesa

 “La domenica di Pasqua dopo la solenne Messa, ecco che nelle nostre piazze avviene il suggestivo incontro tra Gesù risorto e la Madonna dopo i giorni della Passione. È dato per scontato che Gesù sia apparso a Sua Madre, anche San Giovanni Paolo II, devotissimo della Vergine Maria, in una udienza del 1997, afferma che il Silenzio dei Vangeli su quest’incontro sia una scelta degli evangelisti. In ogni caso, poeti, artisti e la pietà popolare manifestano questo incontro con grande sentimento e fede: come Maria ha visto il Figlio risorto, anche noi lo vedremo nella Pasqua del cielo e faremo festa”: conclude.

La Pasqua nell’arte, un patrimonio da scoprire ultima modifica: 2020-04-17T08:06:50+02:00 da Cristina Scevola

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