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L’accolitato nelle parole del seminarista Ferrera

Accolitato Jack Ferrera

Jack Ferrera ha ricevuto il ministero dell’accolitato lo scorso 28 giugno. Noi lo abbiamo incontrato per farci raccontare le emozioni di quel momento.

Raccontaci dell’esperienza dell’accolitato?

“Così come è stato l’anno scorso per il lettorato, anche questo ministero mi è stato annunciato all’improvviso. Al termine del pranzo (esattamente al momento della macedonia), il nostro rettore del seminario ha comunicato che il 28 Giugno avrei ricevuto insieme al mio compagno Christopher il ministero dell’accolitato. Inizialmente non l’avevo capito perché sono state settimane stressanti essendo in procinto degli esami universitari, per cui l’ho capito in secondo momento. Appena compresi che ero giunto a questa ulteriore tappa, non potevo non essere pieno di gioia”.

Cosa può fare l’accolito?

“L’accolito è quel ministro che ha il compito di aiutare il diacono e il sacerdote durante il servizio all’altare, nelle processioni e per la distribuire l’Eucarestia durante la messa e portare Essa agli ammalati impossibilitati a parteciparvi fisicamente”.

Ferrera Accolitato
Un momento della cerimonia

Quanto è importante, a livello spirituale, il ministero dell’accolitato?

“Conseguire l’accolitato non è solamente un’altra “tappa” del mio percorso di formazione. A livello spirituale sono chiamato a unirmi ancora in una relazione più profonda con Gesù presente non solo nel Sacramento dell’Eucarestia ma soprattutto negli anziani e negli ammalati che andrò a trovare per portare loro la comunione. Come ha ricordato il mio vescovo Mons. Antonio Staglianò durante la celebrazione, essere accolito non vuol essere colui che deve scegliere il tipo di tovaglia da usare sull’altare o quanti candelieri usare, ma vuol dire andare nelle periferie di oggi e compiere a chiunque incrocerò nel cammino il comandamento dell’Amore che troviamo al capitolo 25 del Vangelo di Matteo (al quale sono molto legato)”.

Come ti sei sentito nel momento in cui hai ricevuto il ministero dell’accolitato?

“Ero emozionatissimo, non solo per il dono che la Chiesa mi ha fatto, ma anche vedere la mia famiglia, gli amici (soprattutto chi è venuto da Francofonte) e le parrocchie dove presto servizio vicini a me in questo momento importante. L’emozione era così tanta che in molte foto sono venuto ridendo o mentre cerco di nascondere il sorriso. Durante la preghiera di benedizione e la consegna della patena con l’ostia non so come spiegare le emozioni che avevo nel cuore, posso solo dire che mi sono nuovamente abbandonato fiduciosamente nelle mani di Dio, anche se non è stato neanche facile nascondere le lacrime soprattutto dopo aver dato la comunione a mia mamma”.

Per chi, come te, sta seguendo un percorso vocazionale, quanto conta ricevere dei ministeri?

“Solo Dio sa cosa c’è nel cuore della persona. L’importanza dei ministeri conta in base all’importanza che il candidato gli dà; posso limitarmi a dire che essi non sono semplici “step” che si devono fare sennò uno non può diventare prete; sono tappe importantissime che indicano la fiducia che la Madre Chiesa conferisce a noi poveri mortali. Come dice San Paolo siamo vasi di creta con una grande tesoro al suo interno (2Cor 4,7)”.

Come procede lo studio?

“Lo studio sta procedendo bene. Essendo arrivato alla soglia del mio quinto anno di studi (III di teologia), sono già alle prese con la tesi che sarà sul banchetto tra arte e teologia. Si prospetta un anno accademico intenso e decisivo per il mio percorso culturale, intellettuale e spirituale”.

Questo cammino di fede che hai intrapreso riflette ciò che avevi in mente? O si è prospettato diverso da come lo avevi immaginato?

“Rispondo con le parole che Dio dice attraverso il profeta Isaia: le mie vie non sono le vostre vie (Is 55,1-11). Il percorso che ho scelto (come ogni strada che scegliamo), è fatto di “salite” e “discese”. Personalmente cerco di vivere il mio percorso giorno per giorno, mettendo pietra su pietra, vivendo attimo per attimo. Se pensate che in seminario facciamo un falò e ci teniamo mano per mano intorno a Gesù vi sbagliate”.

Jack Ferrera Accolitato Noto
Un momento della cerimonia

“Dentro quelle mura sono chiamato a confrontarmi non solo con i miei limiti ma anche con i limiti dei miei compagni, compagni che non ho scelto ma che siamo stati scelti. Ci sono stati momenti in cui avrei voluto andare via, urlare perché mi sono sentito incompreso o “fuori dal coro”. Ma io sono li per Gesù, mi ha chiamato a seguirlo affinché possa farmi pane per tutti, sforzandomi di essere coerente con me steso e con gli altri”.

Tutte le foto per la realizzazione dell’articolo sono state concesse dal seminarista Jack Ferrera

L’accolitato nelle parole del seminarista Ferrera ultima modifica: 2021-08-11T08:03:39+02:00 da Cristina Scevola

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