Gianluca Rescica: “Internet, un grande dono da usare con cautela” – itFrancofonte

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INTERVISTE

Gianluca Rescica: “Internet, un grande dono da usare con cautela”

Rescica

Durante uno dei suoi incontri con i ragazzi

Il francofontese Gianluca Rescica è stato venerdì 17 maggio a La Feltrinelli di Catania per parlare, insieme al Social Warning – Movimento Etico Digitale, di cyberbullismo, sexting e del culto per l’immagine. Noi lo abbiamo incontrato per discutere di comunicazione.

Gianluca Rescica: una breve biografia

“Dicono di me che ami tessere relazioni. Forse questo mi ha portato a occuparmi di consulenza in ambito finanziario e di comunicazione e marketing. Comunicare è la mia passione e il mio lavoro”: ci dice quando si racconta. “Ascoltare attivamente il mio interlocutore creando un canale comunicativo diretto che mi permetta di entrare in empatia con lui, cogliendo criticità e bisogni a cui dare le giuste soluzioni. Amo spingermi oltre la ragione attraverso l’arte e questo grazie alla Musica che reputo forma di Katharsis perfetta“: prosegue ancora. “Da oltre 20 anni è la mia più grande passione oltre che un secondo lavoro. Mi dedico ad attività formative nelle scuole e presso altre istituzioni pubbliche e private sull’importanza della comunicazione efficace e sui rischi e le opportunità del digitale e della rete. La mia parola d’ordine è COMUNICARE!”.

Quanto conta nell’epoca dei social media saper comunicare nel modo giusto oggi?

“Direi che conta tantissimo, ancor più che in passato. I social e la rete in generale sono uno strumento potentissimo di conoscenza e condivisione. Come ha detto qualcuno, internet è il più grande dono che ci sia stato fatto, ma occorre saperne fare un buon uso. Potenzialmente, chiunque può contattare chiunque; dall’individuo più anonimo al personaggio di spettacolo per finire al Presidente degli Stati Uniti. In passato, con i media tradizionali quali la televisione, la radio, i quotidiani, eravamo semplicemente destinatari della comunicazione. Oggi, grazie ai social media, siamo divenuti interlocutori a tutti gli effetti e questo comporta il dovere e la necessità di saper comunicare”.

Rescica Incontro Feltrinelli

Durante un recente incontro svoltosi a Catania

Buona e cattiva comunicazione: quali differenze intercorrono?

La buona e la cattiva comunicazione sono sempre esistite. Nell’epoca del digitale si assiste ad un’amplificazione esponenziale degli effetti di una buona o di una cattiva comunicazione. Specialmente i giovani non si rendono conto di quanto una cattiva comunicazione, che si tratti di foto, video o post scritti, possa danneggiare la loro immagine e recare offesa e gravi danni a chi in quanto destinatario si ritrova a subire questa cattiva forma di comunicazione. Nei miei incontri in aula sottolineo sempre l’importanza di una comunicazione efficace; una comunicazione assertiva, non violenta che sia etica e morale”.

Quali rischi di ‘cattiva comunicazione’ si corrono dietro lo schermo?

“Dietro il piccolo schermo di uno smartphone o di un tablet è più facile rischiare di dire cose o avere comportamenti che nella vita reale di fronte ad un interlocutore fisico non diremmo o non faremmo. Per questo invito sempre a riflettere prima di postare e a preferire un silenzio digitale che spesso è la migliore forma di comunicazione. Purtroppo oggi la cattiva comunicazione è diffusissima in rete, con i fenomeni sempre più dilaganti delle fake news, degli haters, dei trolls, del cyberbullismo. Fortunatamente c’è anche tanta buona comunicazione e tantissima voglia e determinazione da parte di chi come me e i miei colleghi vuole formare e informare studenti, istituzioni e famiglie sull’importanza di un mondo digitale più etico”.

Cosa dovrebbero ricordare i genitori prima di permettere l’accesso ai social media ai propri figli? Specie se minorenni?

Siamo nell’era dei cosiddetti  “nativi digitali”. I bambini di oggi sono già portati ad avere un approccio immediatamente intuitivo e naturale con il digitale. Di contro, non avendo ancora sviluppato le proprie capacità critiche e di analisi, hanno però la necessità di essere guidati ed educati ad un uso corretto di questi strumenti. I genitori hanno un ruolo fondamentale in questo. Sono l’avanguardia senza la quale le altre istituzioni come la scuola non possono espletare pienamente le proprie funzioni educative. Ed è scientificamente dimostrato quanto il classico divieto di usare smartphone, tablet e pc non sortisca alcun effetto nell’adolescente. Piuttosto che vietare, il genitore deve sforzarsi di comunicare coi propri figli. La cosa migliore è stare loro accanto, ascoltandoli e calandosi nella loro dimensione digitale. Solo così i figli non percepiranno i genitori come antagonisti e sentendosi “capiti” si apriranno al dialogo molto più facilmente, esponendo anche eventuali problemi o spiacevoli situazioni che possono facilmente manifestarsi nella rete. Questo rapporto di fiducia permetterà più facilmente di imporre delle regole di utilizzo che si tradurranno in orari entro i quali potersi collegare, oltre i quali i dispositivi dovranno essere spenti, siti da poter visitare, social e videogiochi da poter utilizzare”.

Quanto conta preservare la propria immagine su internet?

Internet è un luogo dove l’immagine è al centro di tutto, nel bene e nel male. Preservarla è un dovere che tutti noi abbiamo. Sono soprattutto gli adolescenti a non curarsi della propria ‘immagine digitale’ e a non rendersi conto che oggi e sempre più in futuro qualunque azienda vorrà assumere risorse non si esimerà dal fare un check-up online per ottenere quante più informazioni possibili sull’ipotetico candidato. Se il quadro complessivo e l’impressione che ne avrà l’azienda potrà essere dubbia o negativa, si rischia di essere penalizzati anche a livello lavorativo e professionale. Molti adolescenti rimangono stupiti quando dico loro che è possibile digitare il proprio nome e cognome su google e vedere che risultati saltano fuori! Qualcuno avrebbe preferito non postare qualche foto o video che dopo un po’ di tempo, rivedendosi, giudica imbarazzante e poco attinente a se stesso”.

Quale vademecum va seguito per tutelare al meglio la propria immagine?

Oggi internet è il vero e proprio curriculum vitae di ognuno di noi, a portata di tutti. Ed è per questo che prima di postare qualsiasi immagine, video o commento è doveroso riflettere su come gli altri potranno percepirci quando vedranno, ascolteranno o leggeranno ciò che abbiamo condiviso. Dobbiamo sempre ricordarci che dopo aver premuto ‘invio’ ciò che abbiamo condiviso non sarà più di nostra proprietà ma dell’intera rete e in essa rimarrà a disposizione di chiunque per moltissimo tempo. Riflessione e spirito critico potranno salvare e anzi accrescere la nostra reputation“.

Il sexting e l’invio di foto: secondo te, quanta incoscienza c’è dietro questa pratica ormai diffusa anche tra i minori?

Il sexting rappresenta forse uno dei fenomeni più tragici e allarmanti del web. Ha portato alla tragica scomparsa di molti adolescenti che non hanno saputo reggere alla vergogna, impotenti nel non poter fare nulla per eliminare video o immagini imbarazzanti postati da ex fidanzati o amici incoscienti e sprovveduti. C’è molta incoscienza e leggerezza in merito a questo problema soprattutto tra gli adolescenti. Nei nostri incontri nelle scuole concentriamo il focus su quali sensazioni di impotenza, vergogna e terrore si possano provare se ci si immedesima per un attimo nei panni di una vittima di sexting. Di quanto possa essere tragico sapere che altre persone stanno condividendo e commentando tra risa e scherni una nostra immagine o video imbarazzante; quanto questo segnerà psicologicamente per sempre la nostra vita fino ad atti estremi come il suicidio. C’è molto da lavorare e da sensibilizzare in merito”.

Non solo foto, ma Facebook raccoglie un sacco di fake news: quanto credi che i social abbiano alimentato il diffondersi di notizie false?

Le fake news sono da sempre esistite, da molto prima che internet facesse la sua apparizione. Possiamo citare Orson Welles che nel 1938 al microfono del radiogiornale della Cbs annunciò lo sbarco degli alieni negli Stati Uniti d’America! In realtà era un riadattamento sintetico del romanzo La guerra dei mondi del suo quasi omonino H.G. Wells. Se andiamo a ritroso, addirittura nel 314 D.C. troviamo un altro caso storico di fake news. La donazione dell’imperatore romano Costantino I che col suo editto avrebbe riconosciuto a papa Silvestro I e quindi alla Chiesa cattolica tutta una serie di concessioni e privilegi. Il filologo Lorenzo Valla, intorno la metà del quattrocento, in pieno umanesimo, smascherò la bufala dimostrando che in quel documento scritto in latino comparivano alcuni termini all’epoca non ancora coniati, i cosiddetti “barbarismi”. Qualcuno si era divertito a creare una fake news all’epoca “imperiale”! Potremmo citare ancora moltissimi casi di fake news. L’avvento di internet ha fatto da volano a questo fenomeno che è dilagato in maniera impressionante”.

Rescica Incontri

Durante un incontro con gli studenti

Cosa hanno innescato le fake news tra i lettori?

“La parola fake news è stata definita dagli Oxford Dictionaries come la “parola dell’anno 2016” (anno delle elezioni negli USA) e insieme ad essa nasce il concetto di “post verità”. Con esse e di concerto con tutti i fenomeni mediatici che ne derivano, l’individuo è portato a credere in una verità sempre più soggettiva, manipolata, basata su credenze ed opinioni comuni, piuttosto che oggettivamente provata“.

Come si ‘smaschera’ una fake news?

L’unica maniera efficace fai da te per smascherare una fake news è verificare. Verificare se quella notizia viene riportata anche da altri siti, magari più autorevoli di quello dal quale abbiamo appreso la notizia. Verificare se viene trasmessa anche da notiziari importanti sia su internet che magari in tv o alla radio. Occorre analizzare attentamente quante più fonti possibili mantenendo un elevato spirito critico”. 

Gianluca Rescica: “Internet, un grande dono da usare con cautela” ultima modifica: 2019-05-20T08:18:10+02:00 da Cristina Scevola

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