Social network, quale importanza per aziende e privati? – itFrancofonte

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INTERVISTE

Social network, quale importanza per aziende e privati?

Social Network

Abbiamo incontrato Gianluca Rescica, CEO e digital marketer dell’agenzia “Togethere”. Con lui abbiamo parlato di social network e dell’importanza che rivestono, oggi, per aziende e privati.

Quanto contano oggi i social network nella nostra vita?

I social network oggi contano molto. Questo è un dato incontrovertibile. Sono entrati prepotentemente nella vita di ognuno di noi e ne fanno parte quotidianamente.

C’è chi vede in essi un’opportunità, chi al contrario dall’alto del pulpito li addita e li condanna a strumento di perdizione, di degrado sociale e culturale.

Personalmente, quando ho il piacere, e aggiungo, il dovere di parlare specialmente con le nuove generazioni, preferisco pensare e descrivere i social network come un semplice strumento, le cui potenzialità creative o distruttive dipendono solamente da noi.

Pensiamo ai social come ad un coltello. Con un coltello possiamo tagliare il pane, preparare piatti squisiti, ma se ne facciamo un uso improprio possiamo anche fare del male a qualcun altro.

I social sono esattamente così. Sta a noi volerne fare un uso creativo, etico, morale o un uso distruttivo, illecito”.

Reti Sociali

Chi è l’utente medio che naviga tra i vari social network?

“Prima di rispondere mi piacerebbe fornire qualche dato utile ad avere un’idea di cosa rappresenta il web oggi.

Secondo “Digital 2020”, il report annuale a cura di We Are Social, attualmente gli utenti connessi alla rete sono 4,54 miliardi, quasi la metà della popolazione mondiale!

Di questi 3,8 miliardi utilizzano regolarmente i social network con un incremento rispetto all’anno precedente del 9%.

Sempre rispetto all’anno precedente c’è stato un incremento del 2,4% degli utenti che si connettono da mobile e questo fa salire complessivamente al 99% la percentuale di utenti che si connettono da device portatili come smartphone e tablet.

Mediamente trascorriamo sui social 2,24 ore al giorno, ma si badi bene, è una media. I filippini ne trascorrono circa 4, i colombiani 3,45 e i brasiliani 3,31. Con grande sorpresa i giapponesi passano mediamente 45 minuti davanti ai social, e visto il loro livello tecnologico sembrano numeri irreali. Ovviamente dietro ci sono anche aspetti culturali e sociali che non vanno sottovalutati.

I social sono un fenomeno che ormai coinvolge indistintamente ogni fascia di età: dalla generazione Z o post millennials, ossia i nati tra la fine degli anni ’90 e il 2000, ai millennials, nati tra il 1980 e il 1996, alla generazione x, nata tra il 1965 e il 1980 (potremmo scrivere un articolo intero solo per descrivere i vari cambi generazionali!).

Si usano i social per trovare nuovi amici, o per ritrovarne di vecchi ormai persi di vista da anni; a scopo ludico, culturale, per lavoro, sviluppando ad esempio strategie di web marketing per le aziende. Purtroppo, se ne fa anche un uso sbagliato, sia da parte di giovani che di adulti, e spesso con conseguenze gravi e irrimediabili”.

Quali tra tutti i social network spopola e perché?

“Non ci crederai, ma ad oggi esistono una marea di social in cui iscriversi. E questo numero cresce sempre più in maniera esponenziale.

Proprio nell’ultimo webinar fatto insieme ad un mio collega per gli insegnanti dell’AIMC (Associazione italiana maestri cattolici), ho affrontato il tema dei nuovi luoghi del web e delle nuove terminologie dietro le quali può insidiarsi il virus del cyberbullismo.

Avresti dovuto vedere le facce degli insegnanti quando ho descritto loro solo una minima parte dei vari social, app e piattaforme digitali che specialmente gli adolescenti possono utilizzare esponendosi anche a gravi rischi.

Prima di darti il mio parere, tentiamo comunque di stilare una classifica e in questo ci viene di nuovo in aiuto We Are Social:

Facebook tiene ancora testa e si attesta al primo posto con 2,5 miliardi di utenti attivi al mese. Segue YouTube con 2 miliardi e WhatsApp con 1,6 miliardi.

Come vedi nonostante le voci di un declino di Facebook, ancora oggi è proprio lui il social più utilizzato. Instagram si attesta al sesto posto con 1 miliardo di utenti attivi ogni mese mentre Twitter lo ritroviamo al tredicesimo posto con 340 milioni di utenti.
In mezzo a quelli che possono essere i social più conosciuti c’è poi una miriade di nuovi social il cui utilizzo è costantemente in crescita: WeChat, TikTok, Qzone, Reddit, Snapchat, Pinterest, etc. Potremmo continuare all’infinito!

Tornando al mio parere, credo che tra i social che stanno spopolando e che in seguito faranno numeri molto elevati ci sono Instagram e TikTok.

Instagram è un social che fa dell’immagine il suo punto di forza. Sappiamo quanto oggi conti l’immagine, a livello sociale e professionale. Dal culto dei selfie in una dimensione prettamente narcisistico-personale, ad una dimensione professionale, business oriented.

Si pensi ad esempio ad un ristorante, o una gioielleria. Tutte attività che devono fare dell’immagine il loro punto di forza.

TikTok è un social relativamente recente che ha il suo punto di forza nell’immagine e nell’imitazione. Grazie a degli algoritmi dedicati permette agli utenti di creare dei video dove possono imitare scene di film e dialoghi famosi. Questo social prettamente ludico sta iniziando ad essere utilizzato anche da professionisti a scopo di marketing, se non per il fatto che si tratta di un social in costante crescita e utilizzatissimo dai più giovani”.

Tik Tok

Cosa significa per un’azienda far parte di un social network?

Per un’azienda oggi è fondamentale e strategico essere presente nei social. Come abbiamo visto precedentemente, dai numeri impressionanti, miliardi di persone passano giornalmente ore ed ore su queste piattaforme. Immagina cosa possa voler significare da un punto di vista marketing: grandi opportunità di business per le aziende. Molte di esse sottovalutano le enormi potenzialità di queste piattaforme e pensano che il solo fatto di avere un sito istituzionale e per giunta il più delle volte concepito e gestito male possa bastare. In realtà esse stanno commettendo un grave errore. I social sono il primo bacino da cui attingere potenziali clienti da indirizzare poi in un secondo step sul proprio sito o e-commerce.

Avere una pagina social ricca di attività che possano incuriosire e stimolare l’utente, con un bel layout grafico e dei post interessanti che possano dare le giuste risposte o i prodotti /servizi ricercati dai cosiddetti customers , è l’elemento distintivo che decreterà o meno il successo di un brand.

Sarà necessario avere anche un sito istituzionale o un e-commerce anch’esso ben curato, performante e che restituisca un’importante user experience al visitatore, che dopo aver visitato la pagina social dell’azienda vorrà poi visitarne il sito, poiché poi da quest’ultimo dipenderà la cosiddetta “autorevolezza” del brand”.

Un profilo privato di un soggetto aziendale può essere sfruttato per migliorare la sua stessa immagine e quindi essere percepito in maniera diversa da chi lo segue?

“Ti ringrazio per la domanda molto interessante e la possibilità di esprimere in merito il mio pensiero. Quando faccio formazione nelle scuole uno degli aspetti su cui mi soffermo e che reputo importantissimo è quello della “reputazione online”.

La reputazione è qualcosa di importante. È l’immagine, l’idea che gli altri hanno di noi. Questa si costruisce giorno dopo giorno e sarà cruciale anche quando qualcuno vorrà considerare di assumerci o affidarsi a noi per un ipotetico lavoro.

Abbiamo dunque il dovere di curare la nostra immagine, anche attraverso i social. Questi rappresentano un potente strumento di Story Telling. Attraverso i social parliamo di noi, raccontiamo chi siamo, la nostra storia. Abbiamo il potere di far sorridere o di fare piangere; di creare gioia o infondere tristezza; di creare fiducia o totale sfiducia.

Bisogna porre molta attenzione alle immagini che postiamo, alle parole che utilizziamo.
Se fai un giro sulla mia pagina personale potrai leggere due frasi che mi accompagnano sempre e che sono impresse dentro di me: “Le parole sono finestre, oppure muri” e “La comunicazione è una scelta, non una cosa casuale”.

Siamo NOI gli unici responsabili di ciò che gli altri percepiscono e pensano di noi. Dobbiamo far sentire fortunato chi, anche attraverso i social, ci conosce, perché sta a noi raccontarci in maniera tale da creare valore e meraviglia. Le nostre passioni, la nostra professione, in una parola soltanto il nostro pensiero”. 

Una pagina pubblica quali caratteristiche deve avere?

“In parte abbiamo già risposto prima a questa domanda. Una pagina pubblica può essere paragonata a un biglietto da visita; a una vetrina ben allestita, invitante, che spinga i passanti a fermarsi incuriositi e ad entrare dentro. Da questo punto di vista la pagina social ha la stessa importanza istituzionale del sito web o dell’e-commerce.

Deve raccontare la storia del brand, presentare al pubblico chi sta dietro quell’idea, quel concetto. In parole povere anche l’aspetto human è di fondamentale importanza.

Le persone hanno bisogno di decodificare storie, conoscere nuovi personaggi, e attraverso un processo di rispecchiamento farle proprie. È grazie a questo meccanismo psicologico di fidelizzazione che i customers si trasformano in clienti per divenire molto spesso veri e propri brand ambassador!

Con questo non voglio affermare che il prodotto o il servizio che viene fornito passi in secondo luogo. Do per scontato che questi debba essere di qualità. Il punto è che mentre secondo il vecchio concetto di marketing al centro era il prodotto, oggi, nell’epoca del marketing 4.0 al centro di tutto è l’individuo e la sua esperienza.

In un mio recente articolo sull’importanza dello Story Telling sul blog di Togethere, cito come esempi due dei marchi di bibite più famosi al mondo: Coca Cola e Red Bull. Entrambi i marchi nelle loro pubblicità non pongono mai il focus sul prodotto in se ma sui valori che attraverso di esso vogliono esaltare e, si badi bene, i loro antagonisti non sono i competitor bensì i valori con essi contrastanti: il pessimismo, la solitudine per Coca Cola, la mediocrità, la rassegnazione, il non credere in se stessi per Red Bull.

(articolo di Togethere)

Un’azienda o un soggetto aziendale quali passi o regole deve seguire per presentarsi al meglio al pubblico degli internauti?

“La cosa fondamentale, oltre tutto quello che già abbiamo detto nelle domande precedenti è avere e comunicare un proprio “posizionamento unico di valore”.

Questo concetto è ben spiegato da W. Chan Kim e Renée Mauborgne nel loro libro Strategia oceano blu. Vincere per competere.

Devi immaginare il mercato come un grande oceano rosso, dove esiste la tua azienda e milioni di altre aziende, di cui moltissime sono tue competitor, ossia vendono il tuo stesso prodotto o servizio. In un oceano del genere, navigare e raggiungere i propri obiettivi diventa veramente difficile.

In questo ci viene in soccorso la strategia oceano blu, che ti esorta a trovare quello che viene appunto definito il tuo “posizionamento unico di valore”. Una caratteristica che solo tu puoi avere e che renderà il tuo brand e la tua offerta estremamente verticale e ricercata dai potenziali clienti che navigano la rete.

Identificando e comunicando bene la tua “unicità” sarai in grado di abbandonare l’oceano rosso dove moltissime aziende navigano spesso alla deriva, per solcare un oceano blu dove non sarai costretto ad annaspare e lottare continuamente per non affondare.

Ovviamente questo comporta uno studio approfondito della propria azienda, del settore di mercato, dei competitor, al fine di pianificare la migliore strategia marketing da mettere in atto. Vi sono dei professionisti che si occupano di affiancare l’azienda, sostenendola e guidandola in questo percorso verso il raggiungimento dei propri obiettivi”.

Gianluca Rescica
Gianluca Rescica

Quali strategie consigli per avere un’immagine vincente sui social?

Consiglio di essere se stessi. La sincerità vince sempre su qualsiasi sovrastruttura falsa, inutile, che prima o poi si sgretolerà.

Molti pensano che il web sia solo un luogo virtuale attraverso il quale creare un’immagine distorta, non veritiera di sé. E questo vale per un profilo privato tanto quanto per un profilo pubblico aziendale.

Quando incontro i ragazzi nelle scuole pongo sempre questa domanda: “pensate che il web sia un luogo reale o virtuale?”. Molti di loro rispondono, quindi credono, che il web sia solo un luogo virtuale, finto, dove tutto si risolve poi spegnendo il pc o il proprio smartphone”.

In verità il web e dunque anche i social sono un luogo virtuale che si ripercuote e influenza pesantemente la realtà.

Tornando alla definizione che ho dato all’inizio, facendo l’analogia con il coltello, i social sono degli strumenti virtuali che servono però a creare delle connessioni, private o professionali, reali. Se l’utilizzo che se ne farà come strumento sarà qualitativo, il risultato reale lo sarà altrettanto.

Se restituirò un’immagine virtuale di me negativa, indisponente, poco empatica, la gente che mi incontrerà per strada sarà reticente a volersi relazionare realmente con me. Viceversa, se restituirò un’immagine positiva, empatica, ricettiva all’ascolto, saprò creare relazioni reali positive.

Per un’azienda vale lo stesso discorso. È importante raccontare con estrema chiarezza e sincerità il proprio prodotto o il proprio servizio. Parlare alle persone attraverso immagini e parole oneste, positive, di sé e di valori nei quali la gente possa rispecchiarsi e ritrovare la propria storia.

Il web è forse il dono più grande che l’uomo abbia saputo farci. Facciamo tutti in modo che lo diventi sempre di più”.

Social network, quale importanza per aziende e privati? ultima modifica: 2020-07-14T09:11:18+02:00 da Cristina Scevola

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