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NEL MIO STATO

Uomini ordinari storie straordinarie, uomini straordinari storie ordinarie

Uomini straordinari

La indossi oggi, la indossi domani, più volte indossi la divisa e più impari una lezione, una lezione che conoscono tutti ma nessuno dice.

Come una tradizione da mantenere segreta.

Quando indossi la divisa ciò che sei fuori, rimane fuori, non deve disturbare ciò che sei dentro. Tra ciò che sei fuori e ciò che sei dentro si forma una patina grande quanto un mondo e della consistenza dell’eternit.

Ti dimentichi d’aver imparato questa lezione, così quando ti avvicini alla lettura o peggio alla scrittura, è per lasciare fuori l’altro te, ti rifuggi, come un vigliacco.

Nella lettura ti crei un senso critico, ma nella scrittura?

Cosa può venire di buono da chi non attinge da ciò che ha dentro?

Immagine Per Articolo N 1

Comprendo, non biasimo, la patina è in eternit, resistente, ma se rotta cancerogena, mi ricorda le corazze per i combattimenti, ti riparano, limitano il dolore, ma gli organi interni si danneggeranno lo stesso.

Una delle prime lezioni studiate sulla scrittura fu capire la differenza tra: “non storie” e “iperstorie”.

Ma chi è che scrive queste tipo di storie?

Chi non rompe la patina per non ammalarsi non sapendo che già non vive.

Si rimanda sempre il momento di scrivere. E questo rimando è fatto sempre di imprevisti o cose da sbrigare. Ho una lettura disordinata della realtà.

Così io parto, con commiserazione e autocommiserazione (molto in voga tra gli scrittori emergenti pseudofalliti). A me non basta e parto tra le righe e le pagine.

Così, tra le prime cose imparate nelle scrittura c’era, quella che vi dicevo, di evitare le non storie e iperstorie. Le non storie sono le classiche storie dove ci sono le stesse cose ripetitive (tipo telenovelas di terz’ordine) le iperstorie sono quelle storie dove lo scrittore è noioso e così fa incontrare al protagonista altri protagonisti con poteri e cretinate del genere.

Già sento qualcuno piangere e dire: – Non è il tuo genere! Non puoi capire! Io mi immedesimo nelle storie e scappo dalla realtà!

Cosa dovrei rispondere? Non lo so, tipo che uno scrittore decente dovrebbe sapere la distinzione tra immaginazione e realtà.

Un Passo indietro, questa non è Trap, non faccio dissing e tanto meno li raccolgo. Mi piacerebbe, facendo parte della schiera degli uomini ordinari meno limitati, affrontare qualcuno della schiera degli uomini ordinari limitati e basta.

Immagine Per Articolo N 3

Vi racconto una storia tutta mia, inventata da me al cento per cento. Una storia adeguata al periodo Natalizio. La chiamerò: “Canto di Natale di uno scrittore”.

Trama: uno scrittore cattivissimo, interpretato da uno a caso, cioè io, dovrà affrontare durante la notte della Vigilia di Natale un viaggio metafisico.

Immedesimatevi in questa storia immaginaria, per i più pigri; ma non tanto, diciamo pigri abbastanza da criticare alle spalle, basterà compiere il viaggio in metempsicosi.

Torniamo alla storia, questo viaggio porterà il nostro protagonista ad incontrare tre scrittori buoni, uno del passato, uno del presente e l’altro del futuro:

Mentre fuori la neve s’innalza, (da noi non c’è sempre la neve, così svio le tracce) Ivan cioè, il nostro protagonista, scriveva l’ennesimo articolo sconclusionato per una rubrica, quando (quando è più sconclusionato del “ad un tratto” di Cechov),

Uomini

Quando, gli arrivano le grida di un haters; – Sei stato cattivo! Adesso incontrerai tre scrittori uno del passato, uno del presente e uno del futuro!

– Ascolta caro Haters, tu non sei Dickens, non hai stile, abbreviati.

– Come osi?

Non avrebbe senso continuare questo racconto, non esiste passato presente e futuro nella buona scrittura, finirebbe come ne: “Il maestro e Margherita”.

– Mi scusi tanto, quali tessere? – chiese sorpreso Korov’ev.
– Sono scrittori? – chiese a sua volta la donna.
– Indubbiamente, – rispose Korov’ev con dignità.
– Le loro tessere? – ripeté la donna.
– Dunque, per  convincersi che Dostoevskij è uno scrittore, possibile che sia necessario chiedergli la tessera? 

– Lei non è Dostoevskij, – disse la donna a cui Korov’ev faceva perdere il filo.
– Be’, chi lo sa, chi lo sa,– rispose lui.
– Dostoevskij è morto, – disse la donna, ma con poca convinzione.
– Protesto! – esclamò calorosamente Korov’ev. – Dostoevskij è immortale.

Buone Feste da Ivan.

Uomini ordinari storie straordinarie, uomini straordinari storie ordinarie ultima modifica: 2020-12-22T08:06:54+01:00 da Ivan Lo Pizzo

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