Francofonte si appresta a celebrare la festa della Madonna del Carmine. A tal proposito, abbiamo incontrato padre Luca Gallina.
“L’occasione per ritrovare la più genuina devozione dei francofontesi alla Madonna del Carmine”
“La festa della Madonna del Carmine sarà l’occasione per ritrovare la più genuina devozione dei francofontesi alla Madonna del Carmine. Nei precedenti 11 anni, a causa della chiusura della chiesa del Carmine, la solennità del 16 luglio ha perso qualcosa in termini di partecipazione ed entusiasmo. Quest’anno, sin da questi giorni di quindicina in preparazione alla festa, si respira nuovamente il giusto clima di coinvolgimento e, soprattutto, di fede. La Madonna del Carmine rientra in quelle “tappe mariane” che scandiscono l’anno dei francofontesi e oltre ad essere la titolare della parrocchia del Carmine, rappresenta un aiuto preziosissimo per quanti chiedono la sua intercessione e il suo aiuto nel cammino di fede”.
La festa
“Sarà una festa che ruoterà attorno alla preghiera tradizionale della quindicina ogni sera e poi la messa solenne del 16 luglio. La spiritualità carmelitana merita di essere conosciuta e vissuta, propone la salita verso la vetta della santa montagna che è Gesù stesso. Il monte Carmelo, luogo fisico ma anche meta spirituale, può essere raggiunto solo nell’ascolto della parola e nella celebrazione dei sacramenti. Tra i momenti salienti ne vorrei sottolineare in modo particolare uno: nella messa solenne della vigilia, la sera del 15 luglio, imporro’ lo scapolare a quanti vorranno consacrarsi alla Madonna del Carmine”.
Lo scapolare
“Lo scapolare è un segno esterno che esprime però una appartenenza intima e totale al Signore e alla sua Madre, la Madonna appunto. Ricevere lo scapolare e custodirlo ogni giorno significa impegnarsi a imitare la Madonna nella sua fede e obbedienza a Dio, nella sua perseveranza nel cammino del discepolato. Ed è questo che auguro a tutti i francofontesi devoti della Madonna del Carmine”.
“Lo scorso 11 giugno abbiamo vissuto un momento assai significativo e commovente accompagnando il simulacro di San Sebastiano nella riaperta chiesa del Carmine. Il Signore ci ha donato questo segno che è stato insieme di ripartenza e di consolazione. Ripartenza perché la ripresa delle manifestazioni esterne è coincisa con la riapertura della chiesa del Carmine e perciò la festa del Santo martire si è potuta celebrare in modo assolutamente completo e tradizionale, nella sua Chiesa e con tutte le manifestazioni di fede e non solo che appartengono al nostro modo di fare festa. Di consolazione perché Dio ristabilisce l’ordine di cui abbiamo bisogno. Il rientro di San Sebastiano nella sua chiesa è il segno di come Dio si prende cura del suo popolo provvedendo per il suo bene in ogni situazione”.
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