1 e 2 novembre, tra ricordo e commemorazione - itFrancofonte

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FESTE E SAGRE INTERVISTE

1 e 2 novembre, tra ricordo e commemorazione

1 Novembre Ognissanti

L’1 e il 2 novembre si celebrano due momenti importanti. Per l’occasione abbiamo intervistato il seminarista Jack Ferrera che ci spiega queste giornate.

Come mai la chiesa celebra, l’1 novembre, la festa di Ognissanti?

“La Chiesa fin dalle origini, ha sempre celebrato il trionfo dei Santi che regnano con Cristo nella Gerusalemme celeste. Secondo la traditio della Chiesa, già intorno al IV secolo, i cristiani veneravano le tombe dei Santi Martiri uccisi a causa del Vangelo di Cristo, ornando i loro sepolcri con fiori, immagini e celebrando su di esse l’Eucarestia”.

Morti 2 Novembre
Fonte foto: Pixabay

“La festa sarebbe stata introdotta intorno al 600 d.C., ma che venne “istituita” il i novembre da Papa Gregorio III in ricordo della consacrazione di una cappella a San Pietro al cui interno vengono tutt’ora conservate e venerate le reliquie dei Santi martiri e confessori. Ai tempi di Carlo Magno, la festa si diffuse largamente fino al 835; da quella data in poi, il re franco Luigi il Pio la istituì come festa di precetto”.

Che importanza riveste questo momento a livello religioso?

“Anzitutto bisogna dire che nel corso dell’anno liturgico (che inizia con la i domenica di avvento e si conclude con la solennità di Cristo Re dell’universo), le varie celebrazioni riguardo la Beata Vergine Maria e i Santi non mettono “in secondo piano” Cristo. Ogni celebrazione Eucaristica è il memoriale della Pasqua di Gesù, e nella Sua Passione, morte e Risurrezione noi celebriamo le meraviglie che ha compiuto nei suoi Santi”.

“Essi hanno conformato la loro vita a Cristo. Celebrare la Solennità di Tutti i Santi, ci ricorda che tutti siamo chiamati alla santità. Con il battesimo siamo resi partecipi dell’esercizio sacerdotale, regale e profetico di Cristo; siamo chiamati a essere Santi (cioè testimoni del Vangelo) con la nostra vita, rendendo Cristo presente nelle piccole azioni di tutti i giorni”.

Alla luce di quanto detto chi sono i Santi?

“Come ci insegna la Madre Chiesa, i Santi sono i nostri intercessori, amici e modelli di vita. Mediante la loro continua preghiera di intercessione, ci ottengono le grazie che il Signore continua a donare a tutti i suoi figli pellegrini nel mondo. Sia chiaro ancora una volta: solo Dio compie i miracoli e ci dona le grazie; la Madonna e i Santi intercedono per noi (in maniera molto povera si può dire che ci raccomandano), così come farebbe un fratello o una mamma, che chiedono al posto nostro a papà di comprarci quel gioco o di permetterci di far quella cosa. Tutto questo la Chiesa lo celebra dicendo che nella vita dei Santi ci offri un esempio, nella comunione con loro un vincolo di amore fraterno e nella loro intercessione aiuto e sostegno”.

A livello umano, perchè bisogna celebrare Ognissanti?

“I nostri fratelli evangelici (di cui rispetto il loro punto di vista, ma non condivido), dicono che i Santi non sono altro che persone comuni come noi e che non si devono adorare perché solo Dio deve essere adorato, così come il nostro legame con le immagini e le statue. Vorrei sottolineare che si adora solo ed esclusivamente Dio, la Madonna e i Santi si venerano”. “Come ho già detto, le prime immagini risalgono alle primissime comunità cristiane, così la loro venerazione e il culto dei Santi (siamo intorno al iv secolo d.C.). nell’epoca di Giustino (843) la Chiesa (latina e ortodossa) celebra il trionfo dell’iconografia; le icone richiamano il mistero dell’incarnazione di Cristo e possono essere venerate dai fedeli”.

“La venerazione alla Madre di Dio e ai Santi, è un fattore naturale nel cristianesimo che si è sviluppato in maniera semplice e che la Chiesa ha ridimensionato per non cadere nell’eccesso. Proprio perché i Santi sono “come noi”, in loro ringraziamo e lodiamo Dio per le meraviglie che ha operato nella loro vita. Confortati da così grande testimonianza, affrontiamo il buon combattimento della fede, per condividere aldilà della morte la stessa corona di gloria (Dal prefazio i dei Santi)”.

Perchè si celebra la commemorazione dei defunti?

“La Madre Chiesa fin dalle origini ha sempre valorizzato la pietà nei confronti dei fedeli defunti alla luce del mistero pasquale nella fede del Cristo morto e risorto primogenito di quelli che risorgono dai morti (Col 1,18). La commemorazione dei fedeli defunti ci ricorda anzitutto la nostra condizione di mortali, che al mattino fiorisce come il fiore del campo, e la sera è falciata e dissecca, così come ci dice il Salmo 102 (103). In seguito la loro commemorazione ci ricorda che siamo chiamati ad alzare lo sguardo ricordandoci che siamo fatti per il cielo; la nostra casa”.

Per quale motivo ci rivolgiamo ai defunti e quale legame esiste con l’aldilà?

“Per il mistero della comunione dei Santi: noi preghiamo per loro, e loro pregano per noi. Il mistero della morte interroga l’uomo fin dalle sue origini, già gli antichi greci nell’antichità classica si ponevano le cosiddette domande esistenziali. Con lo sviluppo della religione, l’uomo ha sempre cercato di elaborare il mistero della morte cercando di comprendere cosa c’è aldilà di questa vita. Il lasciare fiori, accendere le candele, ci aiutano in qualche modo a sentire i nostri cari morticini accanto a noi. tra l’altro è così: i nostri cari defunti non ci lasciano mai, sono sempre con noi”.

Jack Ferrera
Il seminarista Jack Ferrera

Questo passaggio di sant’Agostino recita: “La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza”. Quanto pensi ci sia di vero in queste parole?

“Dalla prima all’ultima lettera. La vita dell’uomo viene da Dio e ritorna a Dio. Dio è amore, è l’amore genera vita. Tale compito Dio lo ha affidato all’uomo e alla donna, la loro unione genera vita. E noi che siamo creati a immagine e somiglianza di Dio che è relazione d’amore e vita, non possiamo morire. Siamo nati per vivere a fondo il dono della vita dando gloria a Dio e per conoscerlo, vivere di Lui e per Lui, per poi ritornare a Lui. Ai tuoi fedeli o Signore, la vita non è tolta ma trasformata; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un’abitazione eterna ne cielo (Prefazio i defunti)”.

A quali tradizioni riguardanti la commemorazione dei defunti sei particolarmente legato?

“Un’usanza che oggi si è persa a cui sono molto legato è il trovare la mattina del 2 novembre la cesta con i dolciumi e i giocattoli. Questa tradizione deve essere ripresa nelle nostre case, non solo per far felici i nostri bambini, ma per educarli alla preghiera e a tenere vivo il ricordo dei nostri cari, che nonostante la divisione fisica, ci ricordano nelle loro preghiere e intercedono per noi dal Paradiso”.

1 e 2 novembre, tra ricordo e commemorazione ultima modifica: 2021-11-01T08:31:36+01:00 da Cristina Scevola

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