L’arancino è un prodotto tipico siciliano e amatissimo dai francofontesi. Il nome deriva dalla forma e dal colore dorato tipico che ricordano un’arancia. Infinitamente buono, non è altro che una palla di riso impanato e fritto, farcito con carne o ragù, vari tipi di formaggio e, a discrezione, piselli e cubetti di prosciutto cotto.
Gli arancini a Francofonte
Anche i francofontesi amano degustare gli arancini. Che siano nella loro variante tradizionale o con gli spinaci, gli arancini rappresentano, in ogni caso, un prodotto succulento e apprezzato da molti. L’arancino costituisce una delle pietanze che va per la maggiore nei bar e nelle rosticcerie francofontesi; queste propongono l’arancino tradizionale nella classica forma a cono; quello con gli spinaci o altre varianti sono sferici. Ultimamente, inoltre, tra le varianti molto apprezzate spiccano anche quella pistacchio. Davvero deliziosa!
La versatilità dell’arancino ha permesso sperimentazioni varie. Esistono infatti ricette dell’arancino che prevedono, per la base, l’utilizzo di spaghetti o di altre tipologie di riso (riso venere o basmati). Mentre, per il condimento, le nuove varianti propongono funghi, salsiccia, pesto di basilico, gorgonzola, pollo, salmone, pesce spada, frutti di mare, gamberetti e nero di seppia.
Incluso nelle gite in campagna e nei momenti di festa, i francofontesi amano proporre gli arancini e prepararli in casa, in compagnia dei propri cari. L’aspetto piacevole di tale ricetta, difatti, consiste proprio nel poter condividere con la famiglia o gli amici non solo il prodotto finale, ma anche la fase di preparazione.
L’arancino: preparazione
Soffriggere il battuto di carote, sedani e cipolle e unirvi il tritato, in modo tale da ottenere il classico ragù. Aggiungervi il concentrato.
Portare il riso ad una cottura al dente, lasciarlo sgocciolare e raffreddare. Riempire il palmo della mano con una quantità modica di riso, formando un incavo da riempire con il ragù, cubetti di formaggio, prosciutto e qualsivoglia ingrediente che più aggrada. Amalgamare il composto e, aiutandosi con le mani o con appositi aggeggi, conferire ad esso una forma conica o rotonda.
Inzuppare gli arancini in una pastella composta da acqua e farina, in modo che la panatura di pan grattato vi si attacchi bene e resista. Friggere gli arancini in abbondante olio affinché la panatura diventi dorata e croccante.
Storia dell’arancino
Le ipotesi sulle origini dell’arancino sono state ampiamente vagliate. Alcuni autori ne hanno ipotizzato fantasiosamente le origini a partire dagli ingredienti che costituiscono il prodotto. Pertanto, per via della presenza costante dello zafferano, si suppose una derivazione risalente al periodo della dominazione musulmana (epoca in cui sarebbe stata introdotta in Sicilia l’usanza di consumare riso e zafferano). Anche la denominazione dell’arancino risale all’epoca musulmana, dal momento che gli arabi erano soliti abbinare nomi di frutti alle pietanze di forma tonda. L’invenzione della panatura croccante, invece, risale alla corte di Federico II di Svevia, quando si cercava un metodo efficace per portare i pasti con sé durante lunghi viaggi o a caccia. In principio, infatti, l’arancino nacque come cibo da asporto.
Per quanto riguarda il successo dell’arancino a livello globale, le origini possono essere rintracciate nel fenomeno della emigrazione di siciliani all’estero.
Curiosità sull’arancino
L’arancino è considerato il prodotto di rosticceria peculiare della propria regione. Anche popolari personaggi del mondo della cultura, come lo chef Alessandro Borghese, hanno rivisitato e proposto tante volte tale pietanza siciliana.
Persino nella letteratura appaiono diversi richiami a questo prodotto gastronomico. La prima raccolta dell’autore siciliano Andrea Camilleri, dedicata al noto detective, è persino intitolata Gli arancini di Montalbano. Infatti, il protagonista è un noto estimatore di questo piatto.
Spettacolo
Siii! Che buono! 🥰😋
Devo assolutamente provarli!