Il presepe e la sua importanza oggi: ne abbiamo parlato con due giovani francofontesi, che hanno allestito uno dei presepi nell’ex teatrino della chiesa Madre. Qui di seguito troverete la nostra intervista ad Angelo Lo Terzo e Giuseppe Intruglio.
Quale importanza riveste per voi il presepe?
Angelo: “Si tratta del simbolo per eccellenza della tradizione natalizia cristiana. Sin da piccolo, come quasi tutte le famiglie, fare il presepe ha rappresentato e continua a rappresentare un vero e proprio momento di gioia e unione”.
Giuseppe: “Il Natale è uno dei periodi che aspetto ogni anno proprio per costruire il presepe. Sin da bambino ho avuto la passione nel costruirlo, passione che mi è stata trasmessa dalla mia famiglia. Da bambino, a casa mia, facevamo due presepi; uno fatto da me in camera mia, e un altro fatto in cucina da mia madre. Ho iniziato all’età di 6 anni a realizzarlo e ogni anno compro sempre nuovi pastori, ognuno con funzione diversa”.
Quanto tempo richiede il suo allestimento?
Angelo: “Solitamente non c’è un tempo prestabilito, perchè si può fare allestendo la Sacra Famiglia. Oppure si possono mettere dei personaggi meccanizzati, o ancora si possono aggiungere altri dettagli. E questo implica più tempo”.
Giuseppe: “Io impiego circa un mesetto, subito dopo la commemorazione dei defunti inizio a creare il tutto, e dato che curo tutto nel dettaglio impiego molto tempo”.
Un particolare del presepe
Quali materiali si impiegano?
Angelo: “Si possono usare diversi materiali. Anche a seconda della fantasia di chi lo realizza. Ma i più tradizionali sono il sughero, il muschio, le carte di montagna, il cielo stellato e la sabbia”.
Giuseppe: “I materiali impiegati sono quelli che si trovano in campagna molto facilmente ovvero: legnetti, sughero, muschio, sassi, cortecce e altro”.
Secondo voi, la tradizione del presepe continua ad essere portata avanti o sta scomparendo?
Angelo: “Secondo me, anche a piccole dosi, continua. Basti pensare ai presepi in miniatura, o a quelli moderni. Insomma, l’innovazione aiuta, in questo caso, la tradizione”.
Giuseppe: “Mi auguro che questa bellissima tradizione nata molti secoli fa non scompaia poiche è un momento in cui tutta la famiglia si impegna nella realizzazione; ognuno con le proprie possibilità. Però vedo purtroppo molte famiglie che allestiscono solo l’albero e non anche il presepe”.
Parliamo del presepe realizzato in Chiesa Madre…
Angelo: “L’idea è nata in estate, a giugno, grazie ad una intuizione di Giuseppe. Lui ha coinvolto anche me. Lo abbiamo realizzato con sughero, muschio, i classici personaggi che vanno dai pastori fino ai falegnami. La maggior parte sono delle statuine concesse in prestito da altre persone che hanno avuto a cuore il nostro progetto. Ringraziamo anche padre Luca Gallina che ci ha permesso di realizzarlo”.
Giuseppe: “Come ha detto Angelo, l’idea di realizzarlo nasce nel periodo estivo. La maggior parte delle statuine utilizzate ci sono state prestate da persone che hanno apprezzato questa iniziativa”.
Quali sono le particolarità di questo presepe?
Angelo: “Nel mese di novembre siamo andati ad Assisi e una delle tappe è stata Greccio, luogo in cui è stato realizzato il primo presepe della storia. Lì abbiamo raccolto del muschio e dei tronchi che abbiamo adagiato sotto Gesù e davanti alla capanna”.
Giuseppe: “Come ha detto Angelo, la particolarità di questo presepe senza dubbio sono il muschio della mangiatoia e i tronchi davanti la capanna, perché provengono direttamente da Greccio, luogo in cui è nato il primo presepe”.
Il Bambinello
Dopo la visita a Greccio, con quale animo avete affrontato la realizzazione del presepe?
Angelo: “Greccio è stata una tappa davvero significativa, Lì è nata la tradizione del presepe. Abbiamo visitato la cappella nella quale è stato adagiato il Bambinello da San Francesco ed è stato emozionante. Il presepe che abbiamo realizzato vuole rappresentare l’intera comunità francofontese. Siete tutti invitati a visitarlo”.
Giuseppe: “Sembrava di stare dentro la grotta del presepe, sentendo quasi la magia unica che il Natale sprigiona nell’ aria”.
