Nell’articolo di oggi spazio a Toty Sanzà, difensore del Città di Francofonte, che abbiamo conosciuto da vicino tramite le nostre domande. Sanzà, 20 anni, è un altro dei giovani calciatori a disposizione della rosa di mister Gigi Chiavaro.
Quali sono il tuo ruolo e il numero di maglia che indossi nel Città di Francofonte?
“Il mio ruolo nel Città di Francofonte è difensore. Gioco come terzino destro e il numero di maglia che ho il piacere di indossare è il 3”.
Già, quel numero 3 che a noi italiani richiama alla memoria gente del calibro di Antonio Cabrini, campione del mondo con la Nazionale nel 1982, o Paolo Maldini, talmente importante per la storia del suo club, il Milan, tanto da far prendere la decisione alla dirigenza rossonera di ritirarne la maglia, quando ha dato il suo addio al calcio, dopo averla indossata per 25 anni.
Toty Sanzà, da piccolo, insieme a Piero Scollo
I primi calci e la sua carriera
Quando hai iniziato a giocare a calcio e quali sono state le motivazioni che ti hanno spinto a farlo?
“Ho iniziato a giocare a calcio già da bambino, all’età di 4 anni, il più piccolo e uno dei primi a entrare nella società dell’Atletico Francofonte fondata dal duo formato da Piero Scollo ed Enzo Panebianco”.
Quali sono le squadre in cui hai giocato finora nella tua carriera?
“La mia prima esperienza l’ho vissuta proprio nell’Atletico Francofonte all’età di 14 anni. Quindi ho deciso di voler provare una nuova avventura fuori dal mio paese e sono andato a giocare con la Sicula Leonzio, della quale porto con me un ricordo indimenticabile, avendo trascorso lì cinque anni davvero belli”.
C’è qualche partita che hai giocato che ti è rimasta particolarmente nel cuore?
“Sì, ce n’è una che mi è rimasta nel cuore. Ho un ricordo particolare di una finale regionale disputata contro il Gela, durante la mia esperienza con la maglia della Sicula Leonzio”.
Il passaggio al Città di Francofonte
Sanzà ci parla allora della sua nuova avventura, quella con la maglia verdearancio, proprio quella del suo paese.
Parliamo adesso del Città di Francofonte: come mai la scelta di giocare nella squadra del tuo paese?
“Ho preferito giocare con il Città di Francofonte piuttosto che andare fuori perché si provano molte più emozioni a indossare la maglia della squadra del proprio paese”.
Qual è stata la tua gara d’esordio in maglia verdearancio?
“Il mio debutto con il Città di Francofonte è avvenuto già in occasione della prima partita di campionato contro la Russo Sebastiano Calcio (gara persa in casa 3-1, ndr)”.
L’importanza di fare squadra
Quanto è importante secondo te ‘fare squadra’?
“Fare squadra secondo me è una cosa molto importante nel gioco del calcio. Bisogna essere sempre tutti uniti per andare avanti e raggiungere gli obiettivi. Quello che conta è credere in ogni momento nei colori che si indossano, perché ciascun singolo sforzo che si compie, lo si fa in nome di quella maglia che si porta addosso”.
Insieme ai compagni di squadra Matteo Pernagallo e Simone Pancari
E noi vogliamo sottolineare proprio questa sua ultima affermazione, visto che ormai è raro sentire dichiarazioni di questo tipo da parte dei calciatori professionisti. Giocatori che al giorno d’oggi sono pagati sempre di più, innescando un giro di quattrini non indifferente, relegando il calcio a una questione di business e piuttosto che a un semplice gioco, uno sport in cui si possono portare avanti certi valori importanti, fra cui, appunto, il concetto di ‘fare squadra’.
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